E’
il mare in questo lancio di dadi (o racconto: a discrezione) a stabilire
le regole del gioco, a dettarne il tempo e lo spazio. - A giocarsi la
partita, un giovane capitano al suo primo comando, su una nave estranea,
con un equipaggio sconosciuto, estraneo soprattutto egli a se stesso,
nella vertiginosa scommessa di puntare la posta più elevata: “la
fedeltà al concetto ideale della propria personalità che ogni uomo
formula segretamente per se stesso”. –
All’unico cospetto di mare e cielo, nel solitario colloquio del
capitano con sé stesso, irrompe l’ospite, improbabile e fatale
interlocutore in un doppio monologo ai limiti dell’allucinazione. E’
l’altro sé, doppio più reale del vero, sputato dal mare come un
pesce senza testa. Compagno segreto di un viaggio silenzioso,
autoritratto in carne e ossa, reale quanto un sussurro nella calma ferma
di una notte senza vento, demone misterioso che lacera il dominio del
cuore.
Unico
testimone fidato sull’orlo della catastrofe, galleggerà un cappello
dalle trame opalescenti.