L’ospite
segreto è la coscienza di un “MALE” e di una “PROVA” che
irrompe non vista, quieta come una calma immobilità notturna fatta di
mare, stelle riflesse e ombre... – Ombra di una nave in attesa di
vento su un primo fortuito comando in ansia di vivere, ansioso
perché estraneo alla nave e all’equipaggio: il giovane capitano lancia
uno sguardo fuoribordo, e allucina fra il nero notturno
e i baluginii lunari un corpo senza testa, all’apparenza un cadavere
senza identità che si rivela un reietto vivo, un Caino bisbigliante la sua storia di morte e di colpa.
La
mormora ad un uomo che cerca se stesso cercando familiarità con il suo
fare, col suo farsi UOMO DI MARE, fedele ad una tradizione e ad una
fratellanza lontana dalle leggi della terra. Basta questo bisbiglio per
dar via all’Odissea, alla discesa agli inferi di un ospite che nel
cuore della propria tenebra non sa se incontra l’Altro, un Doppio,
l’oggettivazione della propria psiche scissa. Forse qualcosa di solo
SIMILE; un fratello, un “IMBARCATO”; qualcuno comunque di cui in ogni caso
aver CURA, che ha necessità di essere liberato e di cui ci si dovrà
liberare necessariamente: perché - oltre questo - c’è una chance
propria, una chance che in questo racconto è la distanza da un cappello
che galleggia tra i flutti.