Lessi
        tanti anni fa "De l'amour", inevitabilmente dopo la
        "Chartreuse" e "Le rouge et le noir" .
        Inevitabilmente dopo aver incontrato "Eros e pathos" di Aldo
        Carotenuto. Ho sottratto alla polvere degli anni, oggi, quel volumetto
        che allora, ricordo bene, mi aiutò tantissimo. Cercavo risposte,
        allora, ma ebbi solo domande, altre domande e altri dubbi. 
                 
                Oggi
        ritrovo le pagine segnate e i dubbi si sono accresciuti:  credo di
        averlo letto e portato sempre dentro di me, quel libretto, perché era
        ed è 'pericoloso'. Ma amo e scelgo solo i libri pericolosi. Stendhal
        contribuì, svelandomi i meccanismi della cristallizzazione, alla mia
        educazione sentimentale. E mi acquietò nella consapevolezza che non c'è,
        nell'amore, se non la dimensione del dubbio, della domanda, della
        ricerca. Che non finisce e non ha fine.