La
ricorrenza
Gennaio
1810: vicino Salisburgo, Stendhal vide cosa accade a un ramo gettato
in una miniera di sale: diventò, nove anni dopo, la figura chiave
del “De l’Amour”: strano saggio, autobiografia in
codice, tra nostalgia e bestemmia, scritto forse per una donna sola,
“Métilde”, che non lo ricambiò.
Perché
Leonardo?
Della
donna del “De l’Amour” si hanno solo ritratti
improbabili. Stendhal, che non la descrisse mai, accenna alla sua
somiglianza con un quadro che si credeva di Leonardo. – Leonardo,
come sappiamo, fu molte cose: forse l’ambizione vera di “De
l’Amour” era arrivare proprio a tanto: a uno sguardo
leonardesco. Descrivere le mille sfumature dell’Amore, un
sentimento grande come la Via Lattea, come Leonardo restituisce
sulla carta un volto: caldo, sinuoso, elegante.
Ma
Leonardo, mago dell’impercettibile, fu anche l’uomo che in ogni
cosa imparò a riconoscere sempre la “macchina” sottostante, la
logica impersonale dell’anatomia e della meccanica. Un occhio
freddo assieme a un occhio caldo: la morbidezza e la geometria.
Accostare,
nella sezione "il libro", i poligoni che disegnò per il “De Divina Proporzione”
del grande matematico Luca Pacioli, come anche i disegni
“meccanici”, alle sue donne: potrebbe essere un modo per dare
figura alla scommessa di Stendhal?
“De
l’Amour” è
infatti un libro ambiguo: l’Amore è un labirinto amato, ma anche
una forza da ridurre – per liberarsene? – a qualcosa di semplice
e gelido: una malattia forse mortale, un cristallo, una faccenda di
strategia, un “corso di logica”.
Uno
dei suoi paradossi è che può esserne “scienziato”, e cioè
medico, solo chi l’ha subìto. Trattandosi di una malattia
mentale, il medico è un ex-pazzo che parla della sua follia. Ma
cosa gli è rimasto di quella follia perché gli prema tanto
parlarne? La vera salute non spreca tempo a leccarsi piaghe già
cicatrizzate.
Questo
numero
Abbiamo
scelto di lasciare più spazio possibile all’Amore: che dilagasse,
come dilaga nei libri di Stendhal. – Ci sono sezioni (“il
libro”, le donne di “figure”) che possono essere
lette a sé, davvero come pure schegge sentimentali: qualcosa di
buono per tutti e per nessuno, anche ignorando, anche dimenticandosi
di Stendhal. Nelle altre, su Stendhal si azzarda una delle tante
possibili frammentarie Babeli.
Quanto
alla “pagina matta”, c’è ancora l’Amore nelle
lettere della posta del cuore; e ancora Stendhal, ma più
dissennatamente.