"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 1, 3 dicembre 2002


 

 

 

Altri compagni segreti. 1 

Orfeo: andata e ritorno per un'iniziazione

di Maria Milvia Morciano 

 

Una lettera

"Ci siamo eh?"

Doppi vertiginosi

***

Giona

Ulisse

 

“Narrano che egli ammaliasse col suono dei canti le dure rocce dei monti e le correnti dei fiumi”: così, del magnetico Orfeo nelle “Argonautiche” di Apollonio Rodio. 

La forza della musica: con essa aveva piegato le ombre infernali che gli avevano sottratto l'amata Euridice. Cos'è, infatti, la musica se non l'unico strumento capace di annullare ogni strepito per guadagnare il silenzio che abita dentro l'anima? 

Orfeo conosceva bene la notte, come il giorno, riuniva in sé Dioniso e Apollo, il furore e il cielo: la grande contraddizione, il paradosso. Non vi era polarità di opposti (come credeva Nietzsche), era trasfusione di opposti. E in questa tensione morì straziato. 

Partecipò alla spedizione per la conquista del vello d'oro, perché nessun mortale poteva conoscere meglio di lui le rotte, lui che aveva conosciuto la via che arrivava agli Inferi e quella del ritorno ai vivi. Rappresentò il compagno segreto di ciascun marinaio, cantando, incitandoli, mostrando loro l'origine più remota delle cose e i loro segreti: così al suono della lira d'Orfeo gli eroi battevano coi loro remi l'acqua impetuosa del mare, e s'infrangevano i flutti. 

Orfeo rimane solo, pur partecipando al mondo. In una storia di mare rappresenta ogni navigante con se stesso e il suo desiderio, una strana malinconia compiuta e conchiusa, come di chi sa già. Come una nave ai marinai, il tempio dei misteri orfici è accessibile solo agli uomini, come un viaggio senza orizzonti di terra, per soli iniziati. 

Raccontano che, dopo la perdita di Euridice, Orfeo non volesse più donne accanto a sé: queste si vendicarono, lo uccisero, gettarono il suo corpo smembrato in mare. Una nuova iniziazione. "Un segnale di salvezza davanti agli occhi...".  Ma la sua testa navigò sui flutti verso terra. Procedeva come un cappello sul pelo dell'acqua. E continuava a cantare.

   

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