“Il
compagno segreto”
fu scritto di slancio in due settimane, sospendendo il lavoro sugli
ultimi capitoli di “Sotto
gli occhi dell’Occidente”,
che ancora si intitolava semplicemente “Razumov”.
Luglio
1909: arrivò a Conrad la lettera di uno sconosciuto capitano Carlos
M. Marris, che poi ebbe la fortuna di essere invitato a casa dello
scrittore. Questo Marris aveva vissuto vent’anni in Malesia, lì aveva
sposato una principessa ed ora tornava in Inghilterra per curarsi.
Pieno d’ammirazione, gli raccontava che nei mari d’Oriente gli ufficiali
inglesi lo leggevano sempre come il loro miglior cantore. Gli chiedeva
così di non fermarsi, di scrivere ancora storie come quella di Almayer,
di Lord Jim, di capitani come MacWhyrr o il cieco Whalley.
In
una lettera al suo agente Pinker, Conrad raccontò:
“E’
stato come risvegliare i morti – morti per me, visto che la maggior
parte di loro vivono laggiù e leggono anche i miei libri e si domandano
chi diavolo fosse che andava in giro a prendere appunti. Il mio ospite
mi ha detto che Joshua Lingard ha provato a indovinare: “Deve essere
stato quel tizio che era primo ufficiale sul Vidar con Craig”. Sono
proprio io. E il bello è che tutti quegli uomini di ventidue anni
fa sono affezionati al Cronista delle loro vite e delle loro avventure.
Ne avranno altre di quelle storie che gli piacciono.”