(Carmelo Bene)
«E allora? Come giustificare una
rappresentazione?
Le male lingue chiamano ancora
analisi una sorta di fedeltà coniugale, dove la dimestichezza non ha
nulla a che fare col pericolo: il tradimento come ricerca non se lo
sono mai figurato. (Filologia come antiquariato, cervello-tomba,
fronte bianca, pulita onesta virtù delle cose che mancano,
consacrati perché hanno estromesso lo sviluppo.
(…)
A sgomentare i dottori, sarebbe
stato sufficiente che Shakespeare avesse scritto in luogo di
“ordinate ai soldati di sparare” o di “Tamburi battete”, avesse
scritto “fesso chi legge”. Ma Will, per gli amici, era un attore di
Corte e si è limitato a sottintenderlo. La sola cosa, in fondo, che
Stanislavskij, cane da sottotesti, non ha mai scovato.»
(C. Bene, Opere, Milano
2002)