I cattivi dormono in pace 
            (Warui Yatsu Hodo Yoku Nemuru, 1960) è il film più evidentemente 
            amletico di uno dei massimi registi shakespeariani che abbia avuto 
            finora il cinema (Trono di sangue, 1957, e Ran, 
            1985).
            
             
            
            C’è un Amleto, Nishi, che 
            per vendicare la morte del padre, mentre sposa la figlia del 
            presidente della potente immobiliare di Tokyo che ha costretto suo 
            padre al suicidio, fa apparire durante le nozze la trappola per 
            topi di una torta nuziale gigantesca con in cima un garofano 
            rosso: per far riapparire – ma solo a chi sa – il suicidio di suo 
            padre.
            
            Avuto la certezza dei colpevoli 
            che per segni fisiognomici ben più sottili di Re Claudio che cede al 
            panico e fa sospendere la rappresentazione (qui nessuno può 
            interrompere la cerimonia!), Nishi mette in atto una vendetta 
            crudele e ironica, che però non troverà compimento per gli scrupoli 
            e i rallentamenti di una coscienza incapace, più del vero Amleto 
            («Debbo essere crudele per essere gentile. Quest'inizio è cattivo, e 
            il peggio è da venire», Atto III, sc. 4), di essere solo 
            cattivo. Nishi vede come 
            Adelchi 
            che per «odiare il male», deve fatalmente « lasciarsi invadere dal 
            male». Qui è l’impasse, e la sua differenza dai potenti che 
            dormono sonni tranquilli.  Soccomberà, ovviamente.