“...benché
queste disposizioni dell’animo sieno
ragionevolissime,
e le lor contrarie irragionevoli.”
(Dialogo
di Plotino e di Porfirio)
Il
contrario di illusione non è verità; ma noia.
La
noia (cuore depressivamente esatto e stupidissimamente intelligente) sa
il prezzo di tutto e il valore di niente. Soprattutto, la noia
s’illude che la vita abbia finito di illudere, dando per certo che il
tutto alle spalle sia proprio Tutto. Sottovaluta così la legge che
chiameremo leopardianamente del “Ma
contuttociò”, aggravando vanamente uno stato già pernicioso
di suo.
Prima
di essere animali sapienti, infatti, malgrado il decadere sempre più
ricorrente nei deserti senili della pura razionalità, siamo animali
naturali. Esseri cioè ai quali, in fondo, non interessa davvero trovare
il tesoro, ma indugiare a cercarlo
certo sì! - E, proprio nel più bel libro mai scritto su un tesoro da
cercare, la frase-clou, nell’euforia del viaggio che inizia e con le
vele spiegate al vento che chiama, dice schietta e diretta al tesoro:
“Al diavolo!” (R. L. Stevenson, L’isola
del tesoro).
Resta
il fatto che il bisogno inguaribile di vivere deve farsi nel corso del
tempo arte sottile. Perché, ahimè, “Non è in arbitrio degli
uomini” dimenticare (Dialogo di
Timandro e di Eleandro). -
Essendo il mondo fatto alla rovescia, la cosa vale per tutto tranne che
per la scuola. Fuori di lì, però, l’accatastarsi morboso di
disincanti e dolori vampirizzerebbe la vita che scorre, ingorgandone il
meglio dentro ferite rimaste spalancate e onnivore come buchi neri
avarissimi.
Ma
questo uccide sul nascere la nostra vocazione essenziale, che è - come
per gli uccelli - di essere, e di compierci, come dice Plotino a
Profirio, e per quanto a ognuno è dato, “nel miglior modo”...