“Per
lo contrario trovansi gli animi alcune volte, per una o per altra
cagione, in istato di mobilità, senso, vigore e caldezza tale, o
talmente aperti e preparati, che seguono ogni menomo impulso della
lettura, sentono vivamente ogni leggero tocco, e coll’occasione di ciò
che leggono, creano in se mille moti
e mille immaginazioni, errando talora in un
delirio dolcissimo, e quasi rapiti fuori di se. Da questo
facilmente avvien che guardando ai diletti avuti nella lettura, e
confondendo gli effetti della virtù e della disposizione
propria con quelli che si appartengono veramente al libro; restino presi
di grande amore ed ammirazione verso quello, e ne facciano un concetto
molto maggiore del giusto, anche proponendolo ad altri libri più degni,
ma letti in congiuntura meno propizia. Vedi
dunque a quanta incertezza è
sottoposta la verità e la rettitudine dei giudizi (...). La quale
incertezza è tale, che l’uomo discorda grandemente da se medesimo
nell’estimazione di opere di valore uguale, ed anche di un’opera
stessa, in diverse età della vità, in diversi casi, e fino in diverse
ore del giorno.”
(Il
Parini ovvero della gloria)