"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003

 


John Donne: otto poesie d'amore tradotte da Cristina Campo e Patrizia Valduga

6.  Dei sospiri

 

 

 


Forse un mattino andando in un'aria di vetro…

(E. Montale, Ossi di seppia) 

 

I gesuiti "dei sospiri, e dei pianti soffocati nell'ombra vellutata dei confessionali barocchi, tessevano la trama purpurea e palpitante delle loro eloquenti distinzioni e disquisizioni." Così in Papam redolet il maligno Coleridge, aguzzino dal trincetto critico affilatissimo contro l’acribia di simili tassonomisti di anime. Ma in fondo anche l’ammirato Donne… 

 

Lui sì che si dilettava con le variazioni speciose sul medesimo ordito, pedinando anche - e tenacemente -, pedinando la linea serpentina degli accoppiamenti più sconcertanti. Era un manierista Donne, soprattutto pel tortuoso procedimento suo di infliggere cesure trasversali a docili, inermi versi: quei repentini but fulminanti l’enjambement di stampo dellacasiano: una dialettica nervosa al servizio di Vanità senza fine, disdegnose d’ogni pur savia coerenza. Ed era manierista anche per l'uso principe del Dettaglio a predominare lussuosamente sul Tutto: attrezzeria tesa al petrarchevole sollazzo, epperò accesa al furore della bizzarria, con una foggia "che richiama l'uso degli elementi classici da parte di Michelangelo nel ricetto della Laurenziana" (M. Praz, Mnemosyne. The parallel between litterature and the visual arts, 1970).

 

E allora, in questa fitta serie di ricami preziosi e barbarici - una miniatura elisabettiana? -, i sospiri saranno sempre "furie" avvinte agli elementi alchemici: al fuoco, all'acqua; e si arderà, si brucerà, si affonderà, si finirà sommersi… Perché, in fondo, come in Troilus and Cressida (atto IV, scena quarta):

 

Noi pure, che con tanti migliaia di sospiri

ci siam compensati l'un l'altra, dobbiamo

venderci a vil prezzo con la rude

brevità ed emissione di uno solo.

 

Su questo, vedi anche Ignatius


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