Dies
irae, dies illa
solvet saeclum in favilla
Ignazio
aux Enfers… come dire a contubernale col Malatasca,
assiso sulle equivoche incudini di
melliflui diavolacci metallurgici, tra
compagini truffaldine di appaltatori d’Empietà,
verminose ombre d’un sottosuolo gaglioffo e
cloacale, là dove Perfidia è Carnefice e le ombre
machiavelliche ghignano spiritate nella propria
Nefandezza... Proprio lì, assieme al Satanasso,
fedelissimo suo consigliori, siede ‘Gnazio. Ed è
proprio Iñigo Lopez de Loyola, il rampollo
belligerante tonsurato giovinetto, sebbene allora
alla chierica mal disposto, che per le ferite a una
gamba nell’albergo della lontananza fu costretto;
e nell’esilio forzato dalla pugna, si fe’
divoratore di auree leggende, folgorando la vita sua
sulla via pellegrina a Dio… Il Caritatevole
Ignazio de’ Gesuiti, baluginio inesausto del Prope
(Povertà Ritiramento, Orazione, Penitenza Esami),
ma pure -secondo le epoche- variante subdola
dell'arte machiavellica di dominare gli animi. Ecco,
nel sogno favolesco di Donne, Ignazio è compare, subtile
fellow, di
Lucifero, un Devill assai dimesso, pigrizioso e
podagroso, costretto al riposo nei propri
appartamenti, quasi ignavo governatore di esotici
averni imperialperiferici. Donne si diverte, e
nell'arguzia modella perle scaramazze di lazzi,
nobile dileggio, facendo strame delle astuzie
casuite.
Ignatius
his conclave risulta così affresco
raffinatissimo dei più tipici tropismi della
cultura inglese del tempo; pittura deliziosamente
sbalestrata nella critica più ficcante; spietato
rogo di quel consesso di ombre inani, uomini
macchiati e tenebrosi, che fu il gesuitismo agli
occhi anglicani. Il tutto tra furerie rutilanti di
invenzioni geniali, pio sacramentare e guizzi di
guazza alla Pier Leone Ghezzi (per non dire Hogarth).
Ecco allora apparire, tutti riuniti sulla scena
infernale, l’orrido Machiavelli, marionetta
ideofora d'ogni possibile abile menzogna, sorta di
gobba immorale e strapolitica, praticamente un
Gloucester, ma più furbo; lo seguono gli astronomi
algoritmici, così flebilmente eretici da esser
riconsegnati subito alle gioie paradisiache! E, via
via nell’enumerazione, sino l’icona delle icone,
il Monaco Incappucciato, emblema della sottile via
di Perfezione gesuitica, insidioso scantonare tra
Persuasione, Retorica e Riserva Mentale. È questo
un Donne in cui brilla il cavillo, l’ironica
scintilla, ed è ancora lontana la teresiana favilla
(de amor viva).
Su
questo, vedi anche Dei
sospiri