"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Otto poesie di John Donne tradotte da Cristina Campo e  Patrizia Valduga


11. Dickens

 


 

Starnutire morti

Perfido ed espertissimo, Mario Praz, alla fine del capitolo su John Donne nella sua Letteratura inglese dal medioevo all’illuminismo, piazza in nota l’osservazione d’una coincidenza insopportabile:

 

“Come capita spesso nelle immagini barocche, dal sublime al ridicolo non c’è che un passo nelle prediche del Donne sulla mortalità. Lo stesso concetto che egli adopera per suscitare il brivido metafisico, servirà poi al Dickens per un effetto di sinistro umorismo. Diceva il Donne in San Paolo, riferendosi a quella chiesa di Londra piena di tombe, polverosa, farraginosa e percorsa da correnti d’aria: “Ogni soffio di vento tra queste mura può soffiare le ceneri del padre negli occhi del figlio o quelle della moglie negli occhi del marito o quelle di lui in quelli di lei, o le ceneri di entrambi negli occhi dei figli o quelle dei figli nei loro. Ogni grano di polvere che vola qui è un frammento di cristiano…” Il Dickens, parlando delle chiese della City di londra, s’accorse durante la funzione religiosa d’essere andato aspirando un forte genere di tabacco da fiuto, che sembra composto dal disfacimento delle stuoie del legno, del panno, della pietra, del ferro, della terra e di qualcos’altro: “E’ questo qualcos’altro il disfacimento di parrocchiani defunti nelle tombe di sotto? E’ cosa sicura come la morte stessa. Non solo nella fredda e umida giornata di febbraio noi tossiamo e starnutiamo parrocchiani defunti, durante la funzione religiosa, ma parrocchiani defunti si sono infiltrati persino nei mantici dell’organo mezzo soffocandoli. Battiamo i piedi per scaldarli, e parrocchiani defunti si levano in densi nugoli. Parrocchiani defunti si appiccicano ai muri, e si posano polverizzati sul cielo del pulpito, sul capo del sacerdote e quando viene una corrente d’aria ricadono su di lui.”

 

torna su

 

 

torna a