"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Otto poesie di John Donne tradotte da Cristina Campo e  Patrizia Valduga

 


 

 

9. A. Pope

 

 

Poppet Poppied Pope

 

 ...The gen'rous pleasure to be charm'd with wit.

In quegli anni di rachitica Grandeur inglese si era terribilmente invidiosi della Francia, sempre così odiosamente sfinata in pizzi e vellutini conciati. Nicholas Boileau-Despre'aux riluceva come faro d'ogni possibile poetica, e l’arte sua era supremamente ammirata perché netta, efficace, oraziana. Sicché, aggiornarsi, aggiornarsi, e provarsi subito tutti col poemetto didattico! Sugli scaffali della biblioteca Stuart si avvicenderanno, da allora, intonsi manualetti di oscuri letterati, Sheffield, Rochester, inservibili e infrequentabili, poco più che bizzarri tentativi d'apprender l'arte sottile di fare poesia.

Ma Ecco Amore.

Alexander Pope, maligno cicisbeo baciato dall'Effimero che “come fumo attraversa solo chi inconsapevolmente l'accoglie” (Rilke), Pope balena tra pralines e parrucche col fare spiccio di chi oh, finalmente rassettiamo lo spogliatoio della critica fantesca! L'Essay on Criticism d’un baleno sbarazzerà l’uggia d'ogni possibile zavorrata querelle: da oggi solo Grazia, Grazia e Grazia! Per di più alessandrina!, vale a dire un velo di ciprica polvere su ogni verso, e dell’Iliade casomai fare opportuno minuetto all'inferno:

 

True wit is nature to advantage dressed,

What oft was thought, but ne'er so well expressed,

Something, whose truth convinced at sight we find,

That gives us back the notion of the mind.

(An Essay On Criticism)

 

Ecco qui la più scaltra definizione di Wit, lavoro di delicata marqueterie, all'occhio bambino forse  fatuo balocco, ma quale preziosa finesse!, e così delicatamente efferata poi! Uno di quei minuti pendagli -castone in oro e tempeste di corniole e brillanti- offerti per l’incoronazione di Ulrica di Svezia: pendantif innocuo e fragile, da posare lussuriosamente sul decolté glaciale, epperò squisitamente approntato in forma d’inesorabile trappola per topi, con tanto di spietati punteruoli e ghigliottine letali... Wit che da docile scarabattola si trasforma in cella ferrigna per tutti quei sbadati che alla sola grezza arguzia s'affidano onde ben figurare in società... Lo stile torni a imperare! Ingentilire un bon mot sarà dunque questione di cosmetica: uno sbuffo di poudre, la spazzola sull’aigrette ben cotonata, ché in fondo è sempre inutile gettar lì, tra le chicchere, certa fulminea illuminazione della mente, se prima almeno non la si è travestita d'acuto badinage.

 

Ammatula t'alliffi e fa cannola, lu santu è di marmuru e nun suda. 

(e dagli che t’accapigli con i boccoli e i ricci, il santo è di marmo, e non suda)


 

 torna a  

torna su