"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, settembre 2007

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 

 

18. Lo zero del teatro

 

 

 


  

«Signore, non v’appisolate: non state attento alla commedia.»

(La bisbetica domata, Atto I, sc. 1)

 

«Ti prego, recita la battuta come te l’ho detta…»

 (Amleto, Atto III, sc. 2)

 

Dato per certo che «tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non son che attori» dalle molteplici parti (A piacer vostro, Atto II, sc. 7), è vero anche che stare al mondo come se si fosse seduti a teatro è in Shakespeare figura di incapacità e impotenza, di una terribile condizione di catatonia («come se fossero a teatro, guardano a bocca aperta», Re Giovanni, Atto II, sc. 1)! Tanto più se si fosse in battaglia, e abulici si contemplasse il nemico che infuria «come una tragedia recitata per spasso da simulanti attori» (Enrico VI, III p., II, 3).

Ora proprio a questo Amleto costringe la mamy e il patrigno: a star attoniti e bloccati come l’Alex del secondo tempo di Arancia Meccanica ad assistere al teatro-trappola-per-topi che mette in scena il crimine: tutta la sua cospirazione per  questo specchiarsi senza catarsi.

 

Alla resa dei conti, dunque, è perfido e politico «lo specchio» che secondo Amleto, aristotelico teorico di estetica, gli attori devono offrire della Natura. Leggendo il passo celebre delle sue raccomandazioni, è chiaro che essi devono essere professionisti della grazia, da intendere all’altezza delle definizioni inarrivabili che ne dà Castiglione nel Libro del Cortegiano: «un temperanza che dia alla passione morbidezza», perché ogni cosa «strafatta è contraria allo scopo dell’arte drammatica» il cui fine «è di reggere, per così dire, lo specchio della natura» (III Atto sc. 2). Che poi si predichi bene e si razzoli male è difetto umano e quindi anche suo: proprio come tanti attori, Amleto non è nella vita così misurato, naturale ed elegante come vorrebbe fosse la recitazione –lui sì «fuori sesto», esagera, urla, sbraita, e imponendo il suo oltremisura agli altri imbarazza nemici e amici.

 

Ma nell’arte Less is more. Tutto sia recitato con voci e gesti pulitissimi, stando dentro i limiti accurati del testo, imponendo la briglia al gigionismo dei buffoni perché non rubino «l’attenzione a qualche battuta essenziale del dramma» (Ibid.)… - Un dubbio: sta Amleto allargandosi al punto da abbozzare pericolosamente un tedioso teatro di regia, o come Goldoni o Billy Wilder sta solo difendendo la macchina testuale dalle sbracate licenze degli istrioni?


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