"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12  settembre 2007

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 18. Gertrude non deve morire

 

 

 

 


 

SPETTRO - …non concepire contro tua madre niente. Lasciala al Cielo.

(Atto I, sc. 5)

  

«La prima questione che si impone ad ogni spettatore che assista al dramma è se la madre sia implicata nell’omicidio»; proprio questa questione «viene accuratamente elusa in tutta l’opera, e resta senza risposta» (C. Schmitt, Amleto o Ecuba, Bologna 1983). Il grande filosofo della politica ha una chiave che spiegherebbe la reticenza di Shakespeare su questo punto. Amleto, ghost-writer dei passi certo più espliciti dell’Assassinio di Gonzago che deve fare da specchio e trappola per catturare la prova della colpevolezza del re, fa dire all’Attrice Regina «Io uccido mio marito per la seconda volta, quando il mio secondo marito nel letto mi bacia» (Atto III, sc. 2) ed è evidente che il concetto può essere letto alla lettera come metaforicamente.

 

 

 

Quando poi, nella closet scene, Amleto affonda il colpo al punto che lo Spettro dovrà tornare ad apparirgli per frenarlo («Notiamo qui come lo Spettro si prenda tuttora cura di lei, nonostante le sue preoccupazioni purgatoriali», N. Frye, Shakespeare, Torino 1990), all’accusa di omicidio del padre, la mamma trasecola, si fa ecolalica, ma nulla di più. Del resto qui l’azione è concitata. Interessante che Amleto non solo non presenti prove, ma che neppure accenni alla «trappola» che avrebbe incastrato il re, eppure poco prima sembrava così sicuro con Orazio. Amleto dice solo «questa è la mia parola»… dopo di che, per una lunghissima parte, tralasciato subito il cadavere di Polonio («il budellame») assalta ancora la madre non per l’omicidio del primo marito, ma solo per essere diventata sposa del  pessimo Claudio dopo l’ottimo Amleto («Avete voi occhi?»): è lì che vanno tutte le sue «parole per pugnali» (Atto III; sc. 2): sulla sessuomane, non sull’assassina.

 

Per tutto il dramma Claudio è per Amleto un «satiro innamorato» (Atto I, sc. 2), ed è chiaro che non gli perdona un troppo evidente eccesso di potenza sessuale rispetto al venerato babbo e a sé… Di questo quadro lo disturbano moltissimo gli afrori, le allucinazioni olfattive, insomma, lo stremano. - Certo Claudio è un seduttore: s’è preso la madre «con scaltrezza di mago» (lo Spettro, Atto I, sc. 5). Se Claudio è un mago, Gertrude è l’affatturata.

 


 

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