"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003 |
|
|
|
Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart
4. Librettista di Mozart |
|
|
|
|
|
“In che consistevan però questi piccoli cambiamenti? In mutilare o allungare la più gran parte delle scene; in introdurvi de’ nuovi duetti, terzetti, quartetti, ecc.; in cangiar metri a metà dell’aria; in frammischiarvi i cori (che si dovean cantare da tedeschi!); in togliervi quasi tutti i recitativi e conseguentemente tutto l’intreccio e l’interesse dell’opera, se alcun ve n’era; di maniera che, quando il dramma andò in scena, non credo che rimanesser cento versi del primo mio originale.” (Memorie).
Scrive Massimo Mila: “Siamo esattamente agli antipodi della concezione di Gluck, il quale, quattordici anni prima, nella prefazione dell’Alceste, aveva riecheggiato i principi dei fondatori fiorentini del melodramma affermando di aver voluto “restringere la musica al suo vero ufficio di servire la poesia per l’espressione”…” (M. MILA, Lettura delle “Nozze di Figaro”, Einaudi).
|
|
|
torna a |