Don
Giovanni, “ardita controparte della sacralità ascetica” (Auden),
chiama in campo un Dio da piaghe d’Egitto e assieme fanno una coppia
che non si separa.
Per
chi non ricordasse: Don Giovanni vive, tra crapula e lussuria, come se
Dio non fosse; ma Dio proprio per lui squarcia il velo delle apparenze
e gli si manifesta, facendogli parlare la statua dell’uomo che il
Dissoluto ha ucciso subito dopo aver provato a stuprargli la figlia.
Il Libertino, al cospetto di tanta grazia, invece di pentirsi invita
per cupo sarcasmo il Morto a cena. Ma è uno scherno che dimentica,
riprendendo a vivere come se ciò non fosse accaduto mai. Dio allora
manda la statua del Morto a risucchiare negl’inferi il malvagio, che
però non si rinnegherà neppure nel gelo della morte.
Antagonista
di Don Giovanni è dunque un Dio dantesco, arcano e implacabile. Il
legame tra “Don Giovanni” e
Dante lo ostentò lo stesso librettista, Lorenzo Da Ponte, che nelle “Memorie” scrisse sua Musa fu proprio l’«Inferno».
“Don
Giovanni all’Inferno”
sarà il titolo del sonetto più dantesco di Baudelaire, che qui trovi
nella sezione "tradire
a tradurre"