"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003 |
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13. Di fronte alla Statua che parla...
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Questa faccenda che la musica sia “asemantica”, e che cioè di suo – beata lei – non significhi niente, è magnifica, permettendo di vederci e di dirci poi sopra un sacco di cose. Per esempio, qui siamo al punto sconvolgente della scena culminante, e certo ci vorrebbe il disco (II atto, n. 9).: Don Giovanni e Leporello sono nel cimitero dove campeggia già la statua del Commendatore ucciso, sia pur controvoglia, da Don Giovanni in duello. Poiché la Statua parla, Don Giovanni obbliga il servo terrorizzato a invitarla a cena: |
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LEPORELLO:
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Niente poco di meno che per Charles Gounod, Leporello a questo punto se la fa “addosso”, e Massimo Mila per commento non riesce a trattenere un punto esclamativo: per Gounod Leporello “si caga addosso!”… Leggiamo Gounod: “Nelle battute 32-33, Leporello si mette in guardia contro lo scherzo che può giocargli il suo intestino. Nelle battute 34-35 il pericolo si annuncia già nei flauti e nei fagotti… finché la modulazione sulla battuta 44 viene a rivelare il disastro!” (Le Don Juan de Mozart, Paris 1890). Notevole che l’autore di uno dei più famosi commenti del Don Giovanni, Pierre-Jean Jouve (Il Don Giovanni di Mozart, Adelphi) senta, nello stesso esatto punto, e cioè nel “trillo di semicrome che passa contagiosa dai violini ai legni” (Mila, Lettura del Don Giovanni di Mozart, Einaudi). “la più fresca, la più trasparente delle musiche di Mozart”.
Sul farsela addosso, c’è una scena proprio in Molière. Atto III, scena 5: nella scena precedente, Sganarello si era nascosto perché erano sopraggiunti minacciosissimi i parenti di Donna Elvira, pronti a vendicarsi dell’affronto subito dalla povera ragazza. Quando Don Giovanni con un po’ di frottole sventa la minaccia, ecco cosa succede:
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