Citiamo
Abert: “In effetti né prima né dopo Mozart ha avuto per le mani
dei personaggi che corrispondessero alla sua musica come questi del Don Giovanni. Ciò vale sia per Leporello che per le tre donne, ma
soprattutto per la singolarissima caratterizzazione del protagonista.
In tutta l’opera nulla accade che non abbia qualche rapporto con
questa figura e che non sottolinei un particolare aspetto della sua
natura. Tutto è in relazione incalzante con lui, con il suo agire e
il suo destino. E’ questa una differenza fondamentale nei riguardi
della multiformità del Figaro. Eppure questo protagonista non ha da cantare una sola aria
di tipo tradizionale. La famosa aria “Fin ch’han del vino” (n.
12) assai difficilmente può considerarsi tale. Uno d’azione, Don
Giovanni non ha il tempo materiale per simili sfoghi lirici, ma
dispiega la sua personalità solo al confronto con quella degli altri.
Era questa una straordinaria novità per un’epoca abituata a
riconoscere gli eroi delle opere dalle loro arie…”
(H.
ABERT, Mozart).