“Don
Juan non medita, sua prerogativa non sono i pensieri ma l’esperienza
del suo proprio vivere, determinata dalla mancanza di ogni scrupolo. A
parole è obiettivamente inesprimibile, né lui stesso si esprimerebbe
mai a parole. Chi l’ha presente non lo immagina come uno che elabora
e forumal concetti, o che pronuncia le parole. “Deh vieni a consolar
il pianto mio”. Pensiamo invece alla sua manifestazione musicale,
alla sua ostinata sequenza in re minore “no no no no”, estremo
rifiuto prima della scomparsa, o a quel suo la maggiore di
straordinario fascino “Là ci darem la mano” con cui seduce
Zerlina. Se volessimo rappresentarcelo non avremmo dinanzi agli occhi
nemmeno la sua figura visiva – Kierkegaard, che non conosceva ancora
i dischi, preferiva di molto ascoltare l’opera nel foyer…”
(W.
HILDESHEIMER, Mozart).