Certo
che "Il cielo può attendere"!
Il
signor Henry Van Cleve (lo squisitissimo Don Ameche) è il dongiovanni
più amabile, più contagioso e più disarmante. E' lui la
quadratura del cerchio: un donnaiolo tenero ed elegante che
nondimeno adora una moglie che lo adora. Qualcosa del genere
tornerà solo in "Fanny e
Alexander", nello strabordante zio Gustav
Adolph...
Ma
torniamo all'etereo amorale Lubitsch: la dichiarazione d'amore con
cui in un lampo il giovane Henry ruba Gene Tierney al cugino
ampolloso è il solo contraltare numinoso che si possa opporre alla
torva seduzione del Riccardo di Shakespeare... Altro che l'irrisolto
Truffaut: è questo l'uomo che amava le donne!... E Lubitsch vince
tutte le scommesse che il rapido Mozart evita: il suo dongiovanni
vive mica una notte di finali bagordi, ma nel
tempo: si fidanza, si sposa,
lavora, fa un figlio, invecchia, e muore beato nel suo letto... - Un
film per Kierkegaard: che qui avrebbe inutilmente aspettato il
Nostro precipitare dalla vita "estetica" nell'angoscia,
nella malattia mortale, nel vuoto e in tutto il resto di cui ci
avverte nei suoi libri conturbanti. Invece che sprofondare nel nulla
con i terrori borghesucci e nichilisti d'un Ivan Ilic, Henry Van
Cleve estasia l'istante estremo nella contemplazione
dell'ultima infermiera... Altro che timori e tremori: con quale
impagabile grazia quest'innocente accetta da un Belzebù in marsina
la condanna ai piani inferi!...
(Il film s'intitola "Il
cielo può attendere", e il
perché lo sa solo chi conosca la faccenda del finale tagliato da
una Hollywood al solito ammiccante ma pruriginosa. - Questo aveva
previsto e girato Lubitsch: il dongiovanni, salvato inopinatamente dall'inferno
dall'intercessione amorosa della santa moglie, che come la Beatrice
dantesca lo aspetta in Cielo, s'incammina verso le empireee sfere su
una scalinata a metà tra la visione del profeta Elia e il
musical... giusto in quel momento, scende una bionda di sfavillante
volgarità: il dongiovanni guarda la flessuosa come Baudelaire la
sua mitica passante e, cambiando di colpo direzione per seguirla,
sussurra appunto "Heaven can wait"...
)