"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile  2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:

 


 

 

28. Pierre-Jan Jouve sul "Don Giovanni"

 

 


 

Il “picciol libro” di Pierre-Jean Jouve (1887-1976), Il Don Giovanni di Mozart è del 1942; Adelphi lo ha riproposto certa di restituire un esercizio di ammirazione necessario. Il poeta, sentiva predominante il lato nero dell’opera, definita “un’esperienza complessa della Morte in un’arte che ha il dono della grazia”. Per lui, è come se Mozart avesse scritto quasi solo cose esoteriche, mistiche e mortuarie: non lo scintillio turchesco del “Ratto del serraglio”, l’enciclopedia amorosa delle “Nozze di Figaro” o le libertinerìe del “Così fan tutte”.

Dire a parole la musica è  lanciare gocce d’acqua su un vetro sperando che lo attraversino, il che, almeno per la fisica quantistica, ha un’infinitesima possibilità che accada. A Stendhal, che per un buon “Don Giovanni” avrebbe marciato nel fango, bastavano due parole: quella è la musica de “l’amour et le diable” (e di Dio)...


 

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