E’
di Hoffmann uno dei testi essenziali, emblema non superabile d’un Don
Giovanni (“opera delle opere”) straziantemente romantico: è
la novella Don Juan, uno
dei Pezzi fantastici alla maniera di Callot (1813), che ha per
sottotitolo Un evento
fantastico che è accaduto ad un entusiasta viaggiatore.
Il
viaggiatore, addormentato sulla poltrona della sua stanza, ascolta
una musica. Sta sognando, è tutto vero? - La sua porta dà
direttamente sul palco d’un teatro: la musica è l’Ouverture del
Don Giovanni che sta per
incominciare, e...
“...nell’andate
i brividi del terribile “regno sotterraneo del pianto” si
impadronirono di me; terrificanti presentimenti d’orrore
affollarono la mia anima. L’esultante fanfara nella settima
battuta dell’allegro risuonò dentro di me come un giubilo
sacrilego; nella notte profonda vidi fiammeggianti demoni allungare
i loro artigli infuocati verso la vita di uomini felici che
danzavano allegramente sull’orlo sottile di un abisso senza fondo.
Il conflitto della natura umana con le orrende forze sconosciute che
la circondano, spiandone la rovina, si presentò distintamente agli
occhi del mio spirito. Finalmente la tempesta si placa; il sipario
si alza”.
Una
donna entra nel suo palco: è Donna Anna, che dunque è
misteriosamente doppia, poiché ora è lì accanto a lui e sul
palcoscenico allo stesso tempo. Le racconta la sua storia, che in
quello stesso tempo sta scorrendo davanti ai loro occhi,
rivelandogliene la trama segreta, il non detto che tutto sostiene,
che come un Dio occulto, fa sì che le cose si rivelino attraverso
apparenze che sono come veli.
La
verità è che Don Giovanni ha amato Donna Anna e Donna Anna ha
amato Don Giovanni, e il resto, il caos scomposto dei fatti, è la
condanna d’un amore che non ha avuto la benedizione di esistere
semplicemente. Se c’è una storia d’amore che assomiglia a
questa trama sorprendente, è l’amore senza fine e senza pace tra
Heathcliff e Catherine nel sempre inquietante Cime
tempestose.
Hoffmann
dà qui la stura a un mare di romanticismo che si abbatterà sul
Libertino Gaudente facendone un affamato di assoluto, un romantico
spleenetico, un Amleto, un Faust, una psiche platonica nostalgica
d’iperuranio, un Petrarca perduto nella selva…
Tutto
quello che al viaggiatore verrà rivelato dell’Opera è una
lettura affascinante di come si possa sentire nella musica una verità
che le parole non più che velatamente oscurano: quante volte, del
resto, è il tono a dire ciò che le parole appena agghindano?
Don
Giovanni e Donna Anna si amano: e solo i fatti, stupidamente
tragici, impediscono che si amino…
torna
a