"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4 aprile 2003

 


Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte & W. A. Mozart

 

 

 

5. Inarrivabile Da Ponte, "l'italiano"

 


“Qui ora è ricominciata l’Opera buffa italiana e ha molto successo. Il buffo è particolarmente bravo. Si chiama Benucci. Avrò dato una scorsa a un centinaio di libretti e forse più, ma non ne ho trovato nessuno che mi soddisfacesse. Quanto meno sarebbe necessario apportare modifiche in diversi punti. E se un poeta fosse disposto a lavorarvi, sarebbe più semplice che ne scrivesse uno totalmente nuovo. Qui come Poeta abbiamo un certo abate Da Ponte. Ora è terribilmente occupato con le correzioni in teatro e deve scrivere per obligo un libretto completamente nuovo per Salieri: prima di due mesi non sarà pronto. Mi ha promesso di scrivermene uno nuovo; ma chissà se potrà – o vorrà! – mantenere la parola. Lei lo sa bene, gli italiani quando li hai davanti sono molto amabili. Basta, li conosciamo. Se è d’accordo con Salieri, non avrò un libretto finché campo. Ed invece io ho un gran desiderio di esibirmi anche in un’opera italiana.”

(Lettera di Mozart al padre, Vienna, 7 maggio 1783).


Proprio in quell’anno, “magicamente”, dirà lui stesso, Da Ponte era diventato poeta di teatro: stipendio, 600 fiorini più i guadagni per la vendita dei libretti (che, se l’opera aveva successo, potevano essere notevoli). “Magicamente” perché Da Ponte lo diventa senza aver mai scritto prima un libretto d’opera, avendo la meglio su una concorrenza spietata: su uno degli eventi più importanti della sua vita, nelle sue Memorie, Da Ponte è del tutto laconico: poco più di quel “miracolo”, evento dunque di per sé non spiegabile… - La nomina fu ottenuta negli anni di Giuseppe II e, finché l’imperatore visse, Da Ponte fu protetto e sicuro.

 

Quanto agli “italiani”, un paio d’anni prima Giuseppe II si era divertito a organizzare una gara pianistica tra Mozart e il suo unico possibile rivale, l’italiano Muzio Clementi.

Mozart in una lettera al padre scritta subito dopo: “E’ un bravo cembalista. E con questo è detto tutto. E’ molto bravo con la mano destra e il suo forte sono i passaggi di terza. Per il resto non ha neppure un briciolo di gusto né di sentimento. E’ un puro meccanico.”

 

Clementi - che all’inizio, per il suo abbigliamento vistoso, aveva scambiato Mozart per un ciambellano - riconobbe che non gli era mai accaduto “di sentir suonare con tanta divina grazia e sentimento”.


 torna a  

 

                         

                          torna su