Il
mondo è pieno di gente che si dice raffinata e che poi non è, ve
l’assicuro raffinata neanche tanto così. Io, servitor vostro, credo
davvero di esserlo, un raffinato! Sputato! Autenticamente raffinato.
Fino a poco tempo fa, facevo fatica ad ammetterlo... Resistevo... E
poi un giorno mi sono arreso... Al diavolo!... Però sono un po’
infastidito dalla mia raffinatezza... Cosa si finirà per dire?
Pretendere?... Insinuare?...
Un
vero raffinato, raffinato per diritto, per costume, garantito, di
solito deve scrivere almeno come il sig. Gide, il sig. Vanderem, il
sig. Benda, il sig. Duhamel, la signora Colette, la signora Femina, la
signora Valéry, i “Théatres Français”... sdilinquirsi sulla
sfumatura... Mallarmé, Bergson, Alain... spompinarsi l’aggettivo...
goncourtizzare... cristo! Inculare le mosche, frenetizzare
l’Insignificante, cinguettrare in pompa magna, pavoneggiarsi,
chicchirichire ai microfoni... Rivelare i miei “dischi
preferiti”... i miei progetti di conferenze...
(F.
CÉLINE,
Bagatelle per un massacro,
Trad. di G. Pontiggia - subito ritirata... 1981)