Ancora oggi, nel distretto dove abito, presto servizio notturno insieme
          agli altri. Servizio notturno significa stare in una baracca mal
          riscaldata dalle otto di sera alle sette di mattina. Significa
          ricevere telefonate a mezzanotte, andare per strade senza segnaletica
          e con i numeri civici illeggibili.
          Cortili interni, cantine, mucchi di macerie, niente luce durante il
          blocco, una candela nella sinistra e nella destra la siringa per le
          iniezioni. Può capitare un vecchio infartato, l’avvelenamento da
          alcool di un oste, un tumore al cervello all’ultimo stadio, un caso
          di tifo da curarsi in ospedale, una donna con un’emorragia.
          Quando si vuole un’automobile perché il distretto è vasto, bisogna
          pagare di tasca propria. In poche parole, una situazione di certo non
          idilliaca. Ma ciò che deve essere, sia: è necessario e io non voglio
          mancare.