"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 9 dicembre 2004

 


Cechov, Céline, Bulgakof, Benn: I medicamenta del dottor Scrittura

 

15. La vita

 

 

 

 

 


La vita e i suoi fini eterni - aha! - adesso eravamo al dunque! Davanti ai clienti ci si tiene per sé le opinioni personali, si concorda con tizio e subito si dissente con caio, mi limitai pertanto a buttare lì un borbottio di consenso, ma dentro di me ero così scombussolato che, con la scusa di una commissione da sbrigare, uscii dall’istituto. La vita - questa sputacchiera dove sputavano tutti, le vacche e i vermi e le puttane -, la vita che tutti si sbafano fino all’ultimo brandello, la sua scemenza finale, la sua più infima costituzione fisiologica come digestione, sperma, atti riflessi - e adesso tutto ciò ammannito con tanto di fini eterni -, ma il mio cliente aveva ragione, qui risiedeva in effetti il cardine della concezione in auge presso questa razza, e universalmente accolta, riguardo il fondamento dell’essere, quella concezione che, in termini filosofici, aveva delegato alle scienze empiriche la decisione sulla realtà e indotto la tragedia psicofisica, e che ora rappresentava l’ostacolo definitivo alla nascita di una nuova coscienza della civiltà la quale, dopo tutto questo sfacelo, intendesse tener conto di una conciliazione delle sfere situate oltre la vita. 

(G. BENN, Romanzo del fenotipo).


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