“E’ cosa osservata che l’uomo non pensa se non parlando fra
se, e col mezzo di una lingua; che le idee sono
attaccate alle parole; che quasi niuna idea sarebbe o è
stabile e chiara se l’uomo non avesse, o quando ei non ha, la parola
da poterla esprimere non meno a se stesso che agli altri, e che insomma
l’uomo non concepisce quasi idea chiara e durevole se non per mezzo
della parola corrispondente, né arriva mai a perfettamente e
distintamente concepire un’idea, anzi neppure a determinarla nella sua
mente in modo ch’ella sia divisa dall’altre, e divenga idea, oscura
o chiara che sia, né a fissarla in modo ch’ei possa richiamarla,
riprenderla, raffigurarla nella sua mente e seco stesso quando che sia;
non arriva dico, a far questo mai finch’egli non ha trovato il
vocabolo con cui possa significar questa idea, quasi
legandola e incastonandola; o sia vocabolo nuovo, o
nuovamente applicato, se l’idea è nuova, o s’egli non conosce la
parola con cui gli altri la esprimono, o sia vocabolo nuovo, o
nuovamente applicato, se l’idea è nuova, o s’egli non conosce la
parola con cui gli altri la esprimono, o sia questo medesimo vocabolo
che gli altri usano a significarla”
(Zib.
2948-9).