"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 8, luglio  2004

 


Elogio degli uccelli di Giacomo Leopardi

 

 

12.  Infiniti

 

 

 


di Augusto Benemeglio

 

“L’infinito oceano... il mar che non ha lito...”, la progenie infinita degli animali..”,  ”l’aria infinita,  e quel profondo infinito seren....”, “ il tacito infinito andar del tempo” e tutta la serie di riflessioni dello Zibaldone sulla nostra incapacità di comprendere la nozione di infinito e insieme  “la tendenza nostra verso un infinito che non comprendiamo”, tendenza che si dà solo nell’immaginazione ...  

Leopardi, in realtà, è un grande teatrante che mette in scena il proprio dramma interiore, che è poi il dramma dell’esistenza. Nelle sue  poesie si trova più spesso un teatro delle immagini che un vero e proprio discorso lirico; e puro teatro delle idee sono le Operette morali  in cui l’autore, scrivendole, si proponeva di ridere sulle cose serie...

Insomma il brutto e sfortunato anatroccolo, abbandonato nell’universo, ingannato fin dalla nascita, privo dell’amore materno, offeso nel corpo dall’onnipotente Natura, represso dall’educazione cattolica, sconsolatamente onanistico...  si è preso una bella rivincita su quel “granel di sabbia” che è la terra, su questo Globo ove l’uomo è “nulla”.


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