…
Sentii il pappagallo chiamare come soleva fare
quando
vedeva un forestiero : qui est là? Qui est là?...
Jean
Rhys (1894-1979), di madre creola e
padre gallese, nasce nella Repubblica Dominicana sbocciando in
quella vegetazione intrattenibile e intricata il cui
profumo le ritma il
respiro. Il canto degli uccelli l’accompagna e i piumaggi
colorati le accendono gli occhi .
Vive qui fino a
17 anni, tempo prediletto per tappezzare la memoria
di sinestesie di effluvi, suoni, sfondi, mari, colori.
Si
stabilirà poi in
Europa : Cambridge, Parigi e ancora Inghilterra.
In
una lettera scrive : “Quando
lessi Jane Eyre
da ragazza, fui molto colpita dalla prima moglie di Mr:
Rochester, Bertha,
una pazza, forsennata,
che emetteva solo gemiti subumani. Mi riproposi, chiedendo scusa a
Charlotte Bronte che ammiravo molto,
di riscrivere la
storia di quel povero
fantasma di Bertha.
Avrei tentato di
darle voce e vita”.
Così
nasce Wide
Sargasso Sea
intessuto di trama e, soprattutto nella prima parte,
odoroso di tropici, luminoso di sole,
inumidito da pioggerelle improvvise e popolato di uccelli
variopinti. Bertha questa volta si
chiama Antoinette, una creola bianca,
mentre il marito, un inglese che arriva sull’isola,
non ha nome, è il Mr.
Rochester di Jane
Eyre. In questo viaggio del lettore
nelle isole caraibiche,
i fiori e gli uccelli sono talmente intossicati di bellezza
da far paura e Rochester teme la
sensualità prepotente del luogo, dei suoi abitanti di pelle scura
e di Antoinette. Avverte la malia
magica, quasi stregonesca
dell’isola e se ne abbevera come ci si accosta ad un
frutto carnoso e sugoso di paesi lontani.
Nella seconda parte del romanzo Rochester
dice di Antoinette,
divenuta sua moglie : “…non
l’amavo, ne ero assetato, ma quello non è amore… mi era
estranea…”
Antoinette
lo porta al Grandebosco (Granbois),
gli disvela
segrete tropicali, cerca
di cospargerlo di atmosfere esotiche sotto quest’
altro sole che la riveste tutta. Rochester
però, pur non descritto in modo negativo, rappresenta l’uomo
bianco che non sa levarsi di dosso i panni inamidati
e bianchi di un continente presuntuoso.
Nel mezzo rumoreggia il
vasto Mare dei Sargassi come un grande golfo che separa le
colonie dalla madrepatria, gli sfruttatori dai servi, un uomo
bianco da una donna creola. Tutto
il velluto di colore caldo e sgargiante di Granbois
e Coulibri viene, nella terza parte
del racconto, sostituito dallo spinoso, algido Thornfield
Hall dove Mr. Rochester torna insieme
alla moglie. Antoinette
sa che sta impazzendo e
già proferisce
brevi frasi spezzettate nelle quali percepiamo gli abissi del Mar
dei Sargassi : “Apro
la porta e cammino nel loro mondo. E’ fatto, come ho sempre
saputo, di cartone. L’ho già visto da qualche parte
questo mondo di cartone dove tutto è color marrone o rosso
scuro o di quel giallo opaco, senza luce…”.
Finale tragico. Che peccato!