L’arte
di andare per uccelli con vischio
O
ce vitis a spelà vuitis
“”
Altro che federiciane arti venatorie, o magari Uccellagioni in
libri tre, genere Antonio
Tirabosco (nomen omen?), qui urge il “trattatelo furlano” di Medeo
di Vildivâr, Amedeo Giacobini, magister piviadore: L’arte
di andar per uccelli con vischio
(o con rete).
Una delizia: coltissima e delicata, ventaglio di buone maniere
falconiere (galateo in bosco?), praticamente tutto un passeggiare di
tra la flanerie trasognata e 'l frettoloso passo, compiti e svagati,
per verzure lussureggianti di cocoriti sfuggenti... Et in arcadia Cip?
Sicché
toni cinciallegri e giulivi, come del resto è giusto, siam qui per
questo!, epperò anche qualche vena di lagrimosa maliconia: questo
ridursi ad appender il retino al chiodo, stare in casa, sedentari e
tristanzuoli, come incatenati alla scrivania, tra carte, ciarpe e
cianfrogne, ché ormai fuori c'è più nulla, soltanto
pantegane, cui dar la caccia risulta assai più utile che
dilettevole… E
dove sono le frasche?
Ma
soprattutto un testo divertito, ammaliante, così campito di
gemmazioni letterarie, divertimenti spericolati e amorosi rinvii… e
tutt'un bailamme di rivisitazioni incipriate da poemetto didascalico
settecentesco, Congetturar rinascimentale, aristotelicamente asservito
alla Logica più stringente (…riporteremo
in vita il vile Machiavelli!
Majakovskij),
e fitte foreste di glosse e noticine, sontuose e cruschevoli, come
solo l'Arte della Svogliatura secentesca poté. Ma anche una certa
dose di Zen e cavalleria templare: “se
l’uccellatore si sarà attenuto a questa regola non avrà che da
aspettare”;
“l’uccellatore
ha da farsi egli medesimo uccello [...] solo chi saprà questo e
molt’altro potrà peritarsi nell’arte nobile dell’uccellare”.
Il tutto per manifestare una verità alla portata d’ognuno, e perciò
segreta: l'arte dell'aucupio, “solenne
professione: la quale per esser di spesa assai conviene a principi e
gran personaggi”
(Agostino Gallo), è metafora d'un
ben più nobile sentire.
Ovverosia:
chi si disponga nell’esercizio del pivuiccare,
chi sappia insomma sbarazzarsi della propria ombra nel silenzio
intatto dei boschi, diviene lo sposo prescelto dall’Incanto del
Mondo, sorta di Ricongiunto, che finalmente alla Natura ritorna,
siccome Waldgänger riconciliato col proprio destino quando siano
scardinate ormai del tutto le fallacie della vita frusta e menzognera.
Manualetto ornitologico o lamina iniziatica?
“Sono
esseri di difficile contentatura gli uccelli. Basterà una nota
stonata, un attimo di sfiducia, di fame o di noia dei richiami perché
insospettiscano o invertano rotta. Bisognerà allora saperli
lungamente ascoltare, amarne vita e presenza al punto di starci
insieme per intere stagioni, di sentirsi, senza meraviglia, sospendere
il cuore al fruscio di un’ala, alla perfezione di un volo: né si
dovrà pensare ai guadagni, ché i denari fatti uccellando sono come
la piuma, che un soffio di vento sperde per l’aria ed è tempo
sprecato il seguirla”
(Amedeo
Giacobini, L’arte di andar per uccelli con vischio).