"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 8, luglio 2004                                        


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

L'Elogio degli uccelli di Giacomo Leopardi 

 


 

11. Marcel Proust

 

 

 

 

La voliera di Proust

 

di Gabriella  Alu

 

 

Nei Maestri Cantori di Norimberga di Wagner, Walther dice ad Hans Sachs di avere appreso a cantare ascoltando gli uccelli: "Nella foresta laggiù, dimora degli uccelli/io appresi anche il canto".


Proust, che pure ama profondamente la musica del compositore tedesco, scrive però in
All'ombra delle fanciulle in fiore: “È sempre difficile capire, anche nei Maestri Cantori, come un artista possa inventare la musica ascoltando il cinguettio degli uccelli”

Di uccelli, nella Recherche, ne troviamo in abbondanza ma, se sono reali, quelli piccoli non si vedono mai anche se se ne ode il cinguettio. 


Se sono apprezzati è perché i boschi in cui si trovano evocano pace e silenzio. Il Narratore non li apprezza certo per il loro canto, perché il canto che a lui risulta meraviglioso è quello prodotto da uno strumento costruito dall'uomo: il violino nella Sonata di Vinteuil. 

Come sempre in Proust, la “natura” ha senso solo nella elaborazione culturale che ne viene fatta, e se di tutto il mondo animale solo gli uccelli sono presenti in massa è perché essi vengono utilizzati da Proust per un gioco infinito di spostamenti e rimandi. 


Uccelli dunque come simbolo e metafora di elevazione e letizia (gli angeli di Giotto volteggiano in cielo come uccelli che, a loro volta, rimandano agli aviatori di Garros) ma anche e forse soprattutto di solitudine (il grande uccello
"solitaire et hatif" che il Narratore indica ad Albertine), di desiderio erotico, di vita/ morte, di morte/resurrezione, di libertà/schiavitù (la prigioniera Albertine viene esplicitamente, e con sadico compiacimento, paragonata ad un uccello in gabbia). 


Se i grandi uccelli appaiono come piccoli aeroplani (Agostinelli --- lui, così amato --- era morto precipitando in mare con il suo aeroplano), il cielo notturno di Parigi durante la guerra è solcato da piccoli aeroplani che appaiono come enormi uccelli. 

E uccelli simbolici e coloratissimi si affollano, a coppie, sui sontuosi abiti di Fortuny e richiamano quelli che, sempre a coppie (il doppio come allegoria dell'ambivalenza?) , il Narratore ritrova sui capitelli bizantini di San Marco... 


E c'è poi tutto un rincorrersi di riferimenti e citazioni che riguardano uccelli mitologici e favolosi: dallo strawinskiano
"Oiseau de feu" dei Balletti Russi alla fecondazione di Leda da parte di Giove trasformato in cigno; dal pavone (l’uccello preferito da Giunone) all' Uccello del Paradiso dal piumaggio molto colorato, a quello di Roch delle "Mille e una Notte" che si nutre di carne umana... 

Gli uccelli sono usati per descrivere e caratterizzare gruppi ed individui: quando sulla diga di Balbec compaiono per la prima volta le “jeunes filles” esse sono paragonate a un gruppo di uccelli pronti a spiccare il volo ed in cui solo “l'appassionato distingue presto i cinguettii particolari di ciascun uccello che il profano confonde”


Anche la descrizione della duchessa di Guermantes, di Saint Loup, di M.me Verdurin e di innumerevoli altri personaggi è tutta “ornitologica”, ma il riferimento all’identità sessuale diventa esplicito quando --- nella grande scena dell' accoppiamento tra Charlus e Jupien in
"Sodoma e Gomorra" --- i due vengono paragonati ad “uomini-uccelli” e ad “uomini-insetto” o quando l’aquila a due teste --- emblema della monarchia austro-ungarica -- incisa sull'anello di Albertine e che il Narratore ritrova nei decori veneziani si rivela simbolo e prova concreta della bisessualità dell' amante morta. 


Non è certo dal mondo animale che scaturiscono i momenti magici e felici in cui, nella
Recherche, la dimensione del tempo (e dello spazio) viene superata... 

 

*°* per Marcel Proust, vai al www.marcelproust.it *°* 

 


 

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