“Trentanove
anni di astinenza dalla donna, avendone un cuocente e cariante
desiderio, è una tremenda prova. I Canti
li comprende meglio chi li vede come il frutto formidabile di un
celibato insostenibile, di un’assenza dell’altro
quasi
omicida. Il paesaggio della Marca, una biblioteca, il Nulla materno,
l’Astinenza Sessuale: ecco il composto biologico dei Canti.
Se non sbaglio, fu un’astinenza ininterrotta, e non era un Macario o
un Ilarione del deserto, frequentava case dove c’erano donne, e le
desiderava. In genere sulla trentina, sposate, con amanti, mai
donzellette o Nerine. Restava chiuso a covare il fuoco, con grandi
voli da Fedro platonico fuori della finestra, fulminato dalla propria
paralizzante superiorità e delicatezza.”
(G.
Ceronetti, La vita apparente)