ELEANDRO:
Sentite, amico mio. Sono nato ad amare, ho amato, e forse con
tanto affetto quanto può mai cadere in anima viva. Oggi, benché non
sono ancora, come vedete, in età naturalmente fredda, né forse anco
tepida; non mi vergogno a dire che non amo nessuno, fuorché me stesso,
per necessità di natura, e il meno che mi è possibile. Contuttociò
sono solito e pronto a eleggere di patire puttosto io, che esser cagione
di patimento agli altri. E di questo, per poca notizia che abbiate de’
miei costumi, credo mi possiate essere testimonio.
TIMANDRO:
Non ve lo nego.
(Dialogo
di Timandro e di Eleandro)