"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7, maggio 2004

 


"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodskij

 

 

7.  Impersonale

 

 

 


“...e il linguaggio – questo lo sapevo già – ha una dinamica sua propria ed è portato specialmente in poesia, a usare i suoi meccanismi autogeneranti: metri e strofe, che conducono il poeta ben oltre la sua destinazione originaria.” (Fuga da Bisanzio)

 

“...la tua mano è solo strumento - non di te, di un altro...”  

(Marina Cvetaeva)

 

Che volgarità da circo - o da TV? - la “vita come opera d'arte, che frivolezza occidentale quella di dare il genio alla vita e all'arte appena il talento!  Praticamente riducendosi ad essere il press-agent del lato volgare di se stesso: se si avesse veramente genio, sarebbe uno spreco imperdonabile, per il quale varrebbe la raccomandazione che si sentì fare da giovane l'amletico fisico dell'atomica, Oppenheimer: “se arrivi solo primo, sarai un fallito.

 

 E dunque, privato di quella cosa futile che è una biografia, il poeta si ritrova - selva più oscura del peccato? luce d'alba madre di ogni bene? - pura obbedienza al linguaggio, il quale è “la storia stessa”  (O. MANDEL'STAM, Sulla poesia). Per vedere “non tanto ciò che il tempo fa all’uomo ma ciò che il linguaggio fa al tempo.” (Fuga da Bisanzio)

 

Da Dante a Valery, è sempre il riconoscimento del medesimo: “Chi scrive una poesia la scrive perché la lingua gli suggerisce o semplicemente gli detta il verso seguente. (…) spesso il pensiero lo porta più in là di quanto lui si immaginasse: ed è il momento in cui il futuro della lingua interviene nel proprio presente e lo invade” (Profilo di Clio).

 

E il resto al maligno delle solite vite-disastro (Fuga da Bisanzio, p. 39)!

 

X. mi ha domandato se scrivere versi sia facile o difficile. Io ho risposto: o qualcuno li detta, e allora è assolutamente facile; ma quando non sono dettati, è semplicemente impossibile.

(A. ACHMATOVA, Io sono la vostra voce...)

 

E io a lui: "I' mi son un che, quando

Amor mi spira, noto, e a quel modo 

ch'e' ditta dentro vo significando".

(DANTE, Purgatorio, XXIV, 52-54)

 


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