”Questo
ottimismo deriva dalla nebbiolina”
(Fondamenta
degli Incurabili)
Sia
per preveggenza di giovane dell’acquatica
Pietroburgo che per i tanti inverni trascorsi
tra Accademia Salute e Rialto, Brodskij
conosce Venezia.
Con
lui la città regala intimità quasi sempre inaccessibili a chi
non ha avuto la fortuna di nascerci, o almeno di restarvi a lungo:
per esempio quel festoso accesso al nulla delle cose e di se
stessi che è la nebbia tra i campielli e le calli: “Spalanchi
la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina
carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in
parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la
quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina:
senti che per te non è ancora finita.”
Thank
You, Fog cantava
anche il vecchio Auden, per Brodskij l’uomo più geniale del
secolo. Trovi ringraziamenti uguali in Fondamenta.
Auden scriveva che la nebbia abolisce il tempo “dei
nostri puntini sulle i”;
Brodskij racconta il piacere di “andare a letto presto”,
sparendo così per il mondo: “senza volere, obbedisci alla città,
specialmente se anche tu come lei, non hai compagnia. Non essendo
nato in questa città, puoi vantarti almeno di avere in comune con
lei l’invisibilità”.
*°*
(Proprio
il saggio che Brodskij dedicò
a una poesia di Auden, ha il titolo più giusto per dire quello che ogni volta il
compagno
segreto
prova a fare con i libri che sceglie
per il suo whispering:
anche qui, infatti, si scrive per
compiacere un’ombra).
*°*
Le
immagini di questo numero sono di fc
torna
su