"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7 maggio 2004
"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodsky |
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5. Smoking
Ah ! sans la pipe que la vie serait aride... (Flaubert, Lettre à E. Chevalier, 2 septembre 1843)
Di là dei paradossi di Zeno e Zenone, la sigaretta è certo il piacere per eccellenza: fulmineo e solleticante, con in più uno charme malioso che spedisce irrimediabilmente nell’insoddisfazione… (Ha da accendere, signor Wilde?).
Sicché, se a volte capiterà di brandirla con furore irrepremibile, una cicca sarà mai dannatamente peccaminosa, ché la saggezza bulgara da sempre rassicura: alle fiamme dell'inferno sono risparmiati i pii, i misericordiosi e… i fumatori. Qui però, tra diavoli in carne, tutt'altra storia, soprattutto per chi tenga conto dei mémoirs di turcheria. Vi si racconta infatti di certi sultani ottomani tutt’altro che clementi e misericordiosi, così accucciati ai dettami della Sunna da punir con l'impiccagione gli allegri spipazzatori (e a sommo dileggio, l'instrumentum diaboli in bocca)… salvo non averli scaraventati prima nelle vampe fumogene d'un qualche orrendo foco, e “di quella pira”? Certo, assai più truculento il trattamento riservato ai contrabbandieri di quei medesimi paradisi artificiali: colate di piombo fuso in gola, taglio delle labbra e delle narici... Astinenza? Ma quando mai! A dispetto di simili rischi, come sostituire il brivido lusinghiero d’una Fatima, una Zubelka o l’intramontabile Jubek tra le dita? Perché mai trascurare l'effetto consolatorio d'un calumet ben sgrommato? “È meglio dei vangeli”, ammoniva amaramente Cioran nei suoi sillogismi. “Dacché non m’è stato più possibile procurarmene, la mia “produzione” è piombata nel nulla. Com’è limitato l’esprit!” (Carnets, 1957-1972).
Dovlatov nel suo delizioso Brodskij et les autres trascrive un incurabile bon mot del Nostro, fecondo come cenere in bilico tra il Decadente e il Pigrizioso: “Bere una tazza di caffé al mattino senza accendersi una sigaretta? Non vale la pena nemmeno di alzarsi”. Ma allora è vero! L'assunto cuciniero di Molière può essere parafrasato e capovolto senza che l'effetto ne venga compromesso: “Non si vive per fumare, semmai si fuma per vivere” …essendo le spire ondulate e cirriformi d’una velina il sentiero attraverso cui la vita ci confida i suoi segreti, sorta di fiaccola temeraria puntata di là dei velami del mistero. Senza contare poi la volontà di potenza che avviluppa chi riesca a domare il fuoco in punta di mano: quale destrezza prometeica! Freud non aveva dubbi: decrittare un simbolo senza l'aiuto del tabacco? Impossibile! Il sigaro è un Arbeitmittel, sussidio necessario per chiunque abbia a cuore il leggere e lo scriver libri (Corrispondenza con Wilhelm Fliess, 1887-1904). Non sarà allora un caso che a Venezia fossero proprio le librerie a vender dei ritrovati di Valencia, “libretti di carta per sigarette"…
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