"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7, maggio 2004                                        


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodsky

 


 

9. Paul Morand

 

 

 

Le Venezie di Paul Morand

 

di Gabriella  Alu

 

Ogni esistenza è una lettera imbucata anonimamente; la mia reca tre timbri: Parigi, Londra, Venezia; la sorte mi ha fissato là, spesso a mia insaputa, ma certo non alla leggera.

Venezia riassume nel suo spazio ristretto la mia durata sulla terra, situata anch'essa nel vuoto, tra le acque fetali e quelle dello Stige.

Io mi sento disincantato da tutto il pianeta, salvo che da Venezia, salvo che da San Marco, moschea il cui pavimento inclinato e rigonfio assomiglia a tappeti di preghiera sovrapposti

(...) È dopo la pioggia che bisogna vedere Venezia, ripeteva Whistler: è dopo la vita che io torno a rivedere me stesso. (...) Le rughe dell'acqua si cancellano, le mie, no. 

(Paul Morand, Venises,Gallimard, 1971).

 

Così Paul Morand, ormai anziano, scrive nella prima pagina del suo "Venises" in cui scorrono sessantanni e più di un'unione senza nubi. Venezia fu sempre fedele a lui, e lui a Venezia.

Come Brodskij, Morand torna a Venezia tutte le volte che gli è possibile ed in questo libro -- bilancio della propria vita dall'infanzia alla vecchiaia -- egli intreccia i mutamenti avvenuti nella propria storia personale ai mutamenti della città; Venezia è, per lui, onnipresente: persino in esilio” in Inghilterra, egli cerca e crede di ritrovare la Serenissima nella "little Venice" londinese.

Venezie”...plurale singolare.

"Venises" non è, infatti, il ritratto di una città ma quello di un uomo che si riflette nei mille volti di una città. Come per Brodskij l'acqua dei canali: il motivo per cui mi ingegno a filtrarla è che contiene tanti riflessi, tra i quali il mio (Fondamenta degli Incurabili).

 

Libro di viaggi, diario intimo, racconto autobiografico ma soprattuto reverie in cui il fascino degli antichi palazzi si intreccia alla descrizione della rivalità tra gondolieri e vaporetti ma anche a quella del mondo dei francesi a Venezia ed alla evocazione di altre Venezie: quelle di Casanova, di Jean Cocteau, Giraoudux, Proust...

 

I canali di Venezia sono neri come l'inchiostro; è l'inchiostro di Jean-Jacques, di Chateaubriand, di Barrès, di Proust, scrive Paul Morand, in uno dei più bei libri che Venezia abbia ispirati, datato soltanto per i riferimenti letterari. Uno scrittore più moderno avrebbe parlato dell'inchiostro di Thomas Mann che, esasperando temi già cari a Barrès e a Proust, ha definitivamente fissato Venezia nell'immagine di una città morta, votata ai fasti del crepuscolo e della decadenza.

(Dominique Fernandez Le promeneur amoureux, de Venise à Syracuse, Plon, 1980; ed. it. Il viaggiatore amoroso, Rizzoli Editore, 1982)

 

È più facile cominciare che finire”: è questo il titolo dell'ultimo capitolo in cui, descrivendo lo sprofondare di Venezia nell'acqua, Paul Morand accosta la lenta morte della città tanto amata alla propria morte avvertita ormai come prossima (morirà infatti nel 1976) e che concluderà questo lungo accidente che è stata la mia vita”.


 

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