"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7, maggio 2004                                         


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodsky

 


 

 

7. Tommaso Landolfi

 

 


 

Si può paragonare l’immaginazione al sogno di Adamo: si svegliò e scoprì che era la realtà.

(John Keats, dalla corrispondenza)

 

Landolfi a Venezia per conto del Mondo: pellegrino gualcito nell’indolenza murcida e pigriziosa, interamente votato alla dulia più malevola: la devozione a Murcia. Landolfi per una volta adriatico: scaraventato nelle paludi di marmo, tra i muggiti sommessi di acque rivoltose e in catene, là dove le lune, flaccide e compite, muoiono indegnamente, lucidando le proprie stesse lapidi, e “non la dolce favella del luogo ci molce le orecchie, ma ce le lacerano irte lingue del Nord. Landolfi a Venezia: nicchia succhiata della sua indole mollusca e ferocemente enfiata dell’arruffio di corpi agitati: "zampe pelose e nocchierute, “braccia e poppe a mortadella; ovvero, avendo riguardo al contenente anziché al contenuto, brache di pelle mal sostenute dagli straccali, vesti di cotonina ampiamente scollate, e così via (Landolfi, Se non la realtà, 1960).

 

 Un Landolfi, perciò, assai riottoso, vellicato dalla degnazione sua irrefrenabile contro le umane genti –fiato d’avello- troppo volgarmente asservite al turismo culturale: “Tutto l'armento poi (che poi insomma quello degli sgraziati forestieri, cui è ridotto a far riverenze il superbo popolo veneziano), tutto l'armento, vociando, gridando, strascicando i grossi piedi, e le più grosse scarpe nel sole che spacca a mezzo il selciato, impugnando le guide, fermandosi davanti a ogni bottega di chincaglierie e commentando gli oggettuzzi esposti, trae naturalmente verso San Marco.... Epperò, anche molto divertito, titillato nell’anima sua di miniaturista russo, al punto da sdilinquire in curiosità mordaci e impudenti face à certe schegge di vita rapita al Tempo menzognero: “…non hanno più meta le nostre pigre passeggiate, se non la realtà?

Dunque un dandy; che ovviamente s'annoia e impigrisce a girar per musei e sagrestie -sentine di muffe e committenze spilorce-, nondimeno naturlich muove alla compiacenza più delicata se poi Fortuna gli indori una qualche visione brulicante vita, delle sensibilità pietosamente offese… Ecco che allora, in Piazza san Marco, non un pensiero si leverà al crisobollo di Alessio e ai significati reconditi delle quadrighe bizantine, tra la calca schiumante emergono solo due casi umani: osservarli, e ritrarli subito!

 

Un tale: “personaggio imponente e feroce anzichenò”, brandisce chissà perché una mazza dal pomo brunito; veste à la manière dei cicisbei in pensione e s'erge sulla soglia della basilica di san Marco - cerbero fervoroso- saettando anatemi all'indirizzo di turiste spudorate, orfane del più esile scialle a velar le carni slabbrate (e perciò pudende). L'altro: “un omino un po' losco da un occhio”, dimenticato nei recessi bui dell’atrio; pare s'ingegni nell'affittanza di manicotti plastificati -con evidente, scarsissimo guadagno; sorta di cencini impermeabili e trasparenti, cui casomai ricorrere onde scantonare l’equivoco peritoso degli “atti osceni in luogo pubblico… Pure, così timido nel porger la mercanzia, destinato all’irreparabile fallimento... Landolfi caricaturista metafisico, restio alle lusinghe lascivette delle architetture, certo che Per chi contempli le stelle, la luna è un pugno negli occhi. (da Il Tradimento). Purtuttavia, così avvilito e invelenito da rimpiangere quei “futuri anteriori non ancora visitati da sogno alcuno, meridioni più ardenti di quanto abbiano mai immaginato gli artisti, laggiù, dove gli dei danzano e si vergognano delle vesti” (F. Nietzsche).

 


 

 torna a  

 

torna su