Giudice:
E chi l’ha riconosciuto come poeta? Chi l’ha annoverato tra i poeti?
Brodskij:
Nessuno. E chi
m’ha annoverato tra gli esponenti del genere umano?
Giudice:
Ha studiato per prepararsi?
Brodskij:
A cosa?
Giudice:
A fare il poeta?
Ha cercato di diplomarsi in una scuola, dove ci si prepara… dove si
impara…
Brodskij:
Non credo che venga dall’istruzione.
Giudice:
E da cosa, allora?
Brodskij:
Penso che…
(perplesso)… venga da Dio.
18
febbraio 1964, tribunale distrettuale di Dzerzinskij. Iosif
Brodskij è interrogato per rispondere dell’accusa di “parassitismo
doloso”: non ha cioè un lavoro riconosciuto, il che viola la legge
sovietica.
Dopo
l'interrogatorio, Brodskij viene rinchiuso nel manicomio del carcere
“le Croci” per stabilire se sia “sano”.
Trattamento:
iniezioni di zolfo per rendere atroce ogni movimento.
E
poi la “busta fredda umida”, che consisteva invece in questo: gli
infermieri avvolgevano Brodskij in un lenzuolo e lo immergevano in un
bagno gelido Ancora avvolto nel lenzuolo, lo sbattevano vicino al
riscaldamento: asciugandosi, il lenzuolo strappava via la pelle.
Il
compagno di cella di Brodskij si suicidò tagliandosi le vene.
Su
questo, vedi il poema Gorbunov
e Gorgakov.
(fonte:
S. VOLKOV, San Pietroburgo, Mondatori).