Il
saggio usa il suo cuore come uno specchio.
(Libro
settimo, Tschuang tzé)
Lascia
dei vuoti nella vita
e
mai non esitare a cancellare
interi
blocchi,
interi
capitoli
della
tua esistenza.
(Pasternak)
Non
si leggono le prediche di Donne per deliziarsi coi cavilli
teologici, più che talmudiche dispute in bilico sull'indimostrabile,
semplicemente perché -siccome forma pubblica di autoanalisi- esse
trattengono lacerti preziosi d'autobiografia taciuta, frammenti
involontari della più fresca confessione, e con in più "lo stesso
sapore acerbo e virginale di certi paesaggi intravisti negli sfondi
delle sacre rappresentazioni dipinte in epoche in cui non esisteva la
pittura di paesaggio." (M. Praz, Mnemosine).
Ma
già Maria Zambrano, confinata nel Giura francese, aveva constatato
fosse proprio il dardo lancinante di Giobbe, straziata melodia del
dolore, l'antedecente autentico d'ogni possibile confessione, e
soprattutto perché meditazione a uso personale, epperò trascendende il
"particulare", rogo interno acceso ad usum comunitatis, valido
"da per tutti e da per sempre", siccome insegnava Vincenzo de'
Paoli predicandone a Chatillon les Dombes...
Parole
macigno, capaci di raggranellarsi in scie luminose, e come sibilate a un
orecchio, nel sogno di Sprofondo che precede la Charitas del Sublime: "Le
sue parole sono lamenti che ci arrivano nel mentre in cui sono emessi;
è come se li udissimo: suonano a viva voce. E la confessione è questo:
parola a viva voce" (La Confessione:
genere letterario).
Un
rivelarsi della vita segreta dalle proprie stesse viscere,
bernhardtiano trovar la via, quando tutte le finestre del Ritegno son
serrate, risolvendo la
questione per i tetti: "l'esatto senso degli estremi rimedi" (Cristina
Campo di T. Bernhardt).