"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003

 


John Donne: otto poesie d'amore tradotte da Cristina Campo e Patrizia Valduga

 

8.  Elisabettiana

 

 


Partecipiamo al concorso per definire l’età elisabettiana in meno di cinquanta parole con le prossime tre righe:

 

Fu un OGM: un medioevo, intriso di pensiero allegorico e barbarico, che cede metà del suo DNA per far spazio in un lampo all’intellettualissimo manierismo che seguì al Rinascimento degli Italiani, popolo scettico e scafatissimo (Machiavelli!), estetizzante e carnacialesco (certi papi!).

 

Nella commistione, come in Jurassic Park, e in realtà come al solito, si perde per strada un anello: “il centro” dell’Umanesimo e del Rinascimento classicista e paganeggiante, e questo per l’arrivo tempestoso della Riforma… insomma, si leggerebbe un Guarini, un Della Casa, un Tasso e via dicendo prima, o senza, Ariosto, Bracciolini, Valla, o Poliziano!...

 

*°*

 

In questa situazione, nasce la lingua inglese: “vigorosa e instabile, concreta e inquieta, dissonante e contorta” (G. Melchiori, Introduzione a J. DONNE, Poesie e Anatomia del Mondo, Mondadori):

“La nuova lingua, ansiosa di mostrare le sue possibilità di strumento espressivo letterario, adottò subito le caratteristiche più ardite e preziose di tale stile: allitterazioni, assonanze, frasi bilanciate, contrasti retorici, ingegnose invenzioni verbali, nomi esotici e nozioni curiose. Tale è appunto il tessuto verbale e stilistico dell’opera che diede il nome a questa materia letteraria, l’Euphues del Lyly, romanzo pubblicato quando colui che doveva dare il suo nome allo stile corrispondente nella letteratura italiana, il Marino, aveva soltanto nove anni. L’ “efuismo” dunque precede cronologicamente il “marinismo”, ma in verità si tratta soltanto di nomi mutuati più tardi da quelle che sembrarono le personalità o le opere più caratteristica di una determinata maniera” (Ibid.).


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