"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003

 


John Donne: otto poesie d'amore tradotte da Cristina Campo e Patrizia Valduga

4.  Cortigianerie, eroismi

 

 

 


Ah Francis Drake! A ventitrè anni ci si imbarca spesso per seguire la gloria, ma anche al solo fine di scacciare via "la nauseabonda pena di essere amato e di amare". Robert Devereux può esser dunque una scusa plausibile, persino irrefutabile occasione, se poi vox populi lo acclama "illustre rampollo dell'onore". Il Conte di Essex: favorito della regina Elisabetta ("L'amor suo mi fe' beata,/mi sembrò del cielo un dono.../E a quest'alma innamorata/ ci rendea più caro il trono" Donizetti, Roberto Devereux, atto primo, sc. I), eroe di tanti palpiti, stratega durante l'assedio di Cadice, navigatore attorno alle Azzorre, corsaro dinanzi a qualsivoglia galea spagnola traversasse il "suo" mare, meglio poi se gravida di tesori dalle Indie. 

 

Essex, l'eroe che pagherà col capo suo l'arditezza di simili progetti quando il favore della Corona gli sarà tornato in odio (Quel sangue versato al cielo s'innalza.../Giustizia domanda, reclama vendetta.../Già l'angiol di morte fremente v'incalza.../Supplizio inaudito entrambi vi aspetta.../Sì vil tradimento, delitto sì rio/ clemenza non merta, non merta pietà.../Nell'ultimo istante volgetevi a Dio;/ei solo perdono conceder potrà. (Atto terzo, sc VI).

 

Il giovane Donne, utopista concreto, gli fu per anni fedelmente al seguito: "Ritornerò logorato dalle intemperie, la mia mano lacerata dai rudi remi, o abbronzata dai raggi del sole, il mio volto e il mio petto ruvidi come cilicio, il mio capo segnato dalle repentine furiose tempeste d'affanno, il mio corpo un sacco di ossa dirotto dentro, e di azzurre tracce di polvere da sparo disseminata la mia pelle" (V Elegia).

 

Un giovane, dunque, aspirante alla gloria che a quei tempi è impresa guerresca o diplomazia a corte, ovverosia porpora d'una carica di Stato: un autentico carattere del Cinquecento, questo giovane Donne; eppure la sorte tortuosa nei meandri possibili della carriera gli offrirà esiti ben differenti: comunque l'accesso alla casa della fama, ma siccome il secolo impone: "Forse nella vita Donne la contraddizione tra l'inizio e la fine non è che apparente... [...]  In verità egli apparteneva a un'epoca di transizione, ove ancora si continuavano per inerzia le vie segnate dai predecessori, mentre le attitudini e gli spiriti erano tutt'altri. Ma i contemporanei si accorsero presto del vero carattere di Donne;[...]  voleva egli diventare cortigiano, un eroe del Cinquecento, e fu invece, qual'era, un eroe del Seicento, un predicatore” (M. Praz, Secentismo e Marinismo in Inghilterra, 1962).


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