"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003

John Donne: otto poesie d'amore tradotte da Cristina Campo e Patrizia Valduga

3.  Secondo ritratto

"L'altro è il ritratto di una strana e tragica larva; tra le pieghe d'un sudario una emaciata maschera funebre, dall'ispida barba bianca, dalla pelle bruna e risecca incollata alle ossa di un teschio evidenti; e chiusi gli occhi come suggellati in una rassegnazione suprema, e agglutinate le labbra inerti." 

(M. Praz, Poesia metafisica Inglese, 1942)

2Si pensa ai maestosi e macabri scheletri che di sotto il peso d'un broccato opulento o dietro una nera grata o nel vano d'una nera porta attestano in forma teatrale la presenza della Morte nelle tombe papali e principesche dell’epoca barocca." 

(M. Praz, Secentismo e Marinismo in Inghilterra, 1925)

"L'uomo effigiato in questo ritratto volendo "disporre pel suo monumento funebre, ordinò a uno stipettatio d'intagliargli in legno la figura d'un'urna e di portare assieme una tavola dell'altezza precisa del proprio corpo. 

Provvedute queste cose, senza indugio mandò per un distinto pittore, che ritraesse la sua immagine in siffatto modo: furono accesi nel suo scrittoio parecchi bracieri, ed egli entrò nella stanza col lenzuolo in mano, ed essendosi svestito, si mise indosso codesto lenzuolo, e lo annodò al capo e ai piedi, e dispose le proprie mani al modo che si suole coi cadaveri quando si avvolgono  nel sudario e si dispongono nella fossa o nella tomba. E in piedi su quell'urna stette così, chiudendo gli occhi discostando il lenzuolo quando bastasse a mostrare il suo pallido ed emaciato volto spettrale, che deliberatamente rivolse a oriente, dond'egli si aspettava il ritorno del suo e nostro Salvatore Gesù. In simile atteggiamento egli fu ritratto alle dimensioni naturali, e compiuta che fu la pittura, ei la volle collocata accanto al capezzale per farne oggetto della sua assidua contemplazione fino alla morte." 

(I. Walton, La vita del Dr. John Donne, 1640-1658)

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