"La
vita del Donne può contemplarsi come
emblematicamente in due ritratti. Nel primo, un ritratto
giovanile, si leggono avidità di piacere, prepotenza non aliena da
sfrontatezza, pugnacità e melanconia: un volto in agguato, mobile
scarno e vibrante, che intensamente vivo si erge sulla sagoma rigida del
nero giustacuore: ma ancora più viva è la mano stretta e lunga che si
serra con bianche nocche rilievate sull'impugnatura della spada." (M.
Praz, Poesia
Metafisica Inglese,
1942).
"Non
calma di tranquilli lineamenti e di armonio si spazi nel volto, ma un
non so che di selvaggio e di rapace nella sporgenza degli zigomi, nello
squilibrio tra le parti mediane - gli occhi grandi, inquieti e distanti
sotto esigue sopracciglia circonflesse, il naso schiacciato, dilatato
alle narici- e la fronte rastremata, la bocca sinuosa ma breve, il mento
sfuggente sotto il quale s'accentua il pomo d'Adamo. La chioma nera,
liscia, non prolissa, e ravviata all'indietro con una netta scriminatura
là dove sull'osso temporale la pelle si attenua e pulsa, là dove la
fronte termina non vasta. Anno
Domini 1591, aetatis suae 18 - dice un cartiglio (M.
Praz, Secentismo e Marinismo in Inghilterra, 1925).
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