"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 6, dicembre 2003

 


John Donne: otto poesie d'amore tradotte da Cristina Campo e Patrizia Valduga

 

11.  Il Compasso

 

 


 

...colui che senza sforzo apparente 

ha varcato gli Otto Limiti del Compasso.

(Dall'ultimo libro della Preziosa Ghirlanda)

 

 

Il Compasso, di cinese o islamica origine, sarà pur sempre emblema esoterico dell'Armonia Circolare, ampiezza condotta nel vortice del parossismo, ma che inevitabilmente coincide poi con la propria eclisse. Perché, in fondo, “quando le diecimila cose sono viste nella loro unicità (la tua fermezza?), noi torniamo all’Origine, e restiamo dove siamo sempre stati”:

 

Thy firmness makes my circle just

And makes me end, where I begunne.

 

(la tua fermezza chiude giustamente il mio cerchio perfetto.

e al mio principio mi riporta sempre)

 

Il Compasso, dunque: motivo carissimo all'arte umanistica tutta, dal De Prospectiva Pingendi di Piero sino al Bruno prefatore del Compasso differenziale di Fabrizio Mordente; ma anche cardine delle riflessioni supremamente intransigenti di Omar Khayyam, il "fabbricatore di tende", da cui sarebbe squisito pensare Donne abbia derivato la raffinatissima astruseria.

Ma ecco Praz, puntuale, a disilluderci: nelle noterelle sue irreprensibili rintraccia difatti in un madrigale di Guarini il modello esplicito di Congedo, a vietarle il lamento:

 

Con voi sempre son io

Agitato, ma fermo,

E se 'I meno v'involo, il più vi lasso;

Son simile al compasso,

Ch'un piede in voi, quasi mio centro, i' fermo,

L'altro patisce di fortuna i giri,

Ma non può far, che'n torno a voi non giri. (CX-VI)

 

Come Griselda dunque, l’anima “agitata da due venti”, eppur sempre confitta nel dannunziano motto, Immotus nec Iners, ché in fondo è Amore in quella noce del compasso, lo snodo uranico dell'anima maschile e femminile: un'eternità già presente in una punta di spillo. (Musil).  


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