"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5 ottobre 2003

 

 


Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli

 

 

12. Dizionari paralleli


“L’autore presuppone l’esistenza di parole che, secondo accertano i dizionari, hanno taluni e non atri significati. Si sa, le figure retoriche sono state inventate perché tutti sapevano che non era vero, che in realtà le parole avevano molti, simultanei e inconciliabili significati. Ma forse si può procedere oltre: affermare che le parole hanno tutti i significati, e non solo quelli del dizionario, ma soprattutto quei vaghi fluttuanti significati che nessun dizionario è in grado di cogliere e catalogare, significati che propriamente stanno tra parola e parola; si potrà chiedere allora perché vengano scritte alcune, e non altre parole, e perché le frasi, diciamo, si conformano a quel modo. Le parole, le frasi sono unicamente dei grafici, dicon le distanze, le altezze, le geometrie nell’ambito delle quali si debbono collocare le letture.”

“Quanto più si estende, sottraendosi alla saggezza del vocabolario, tanto più il linguaggio assume come proprie le dimensioni della malattia. Non v’è piaga, angoscia, inesistenza, nulla patito nell’essere che non si faccia parola; per sfiorare i significati sempre più periferici occorre viaggiare, percorrere spazi, pellegrinare, fuggire, occorre perdersi, smarrire il nome, dissociarsi dalla socievolezza. Ogni qual volta le parole, coagulate in racconto, si fermano, il racconto da raccontare è andato oltre, e occorre inseguirlo, e trovarlo sempre nel momento in cui è in movimento, in fuga, così dissolto da non sembrare che possa essere né pronunciato né letto.”

(Pinocchio: un libro parallelo)


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