"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5 ottobre 2003

 

 


Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli

 

 

6. Non finisce mai


“…il rapporto col testo viene capito quando è impossibile il riassunto e quando si esclude che ci sia un messaggio. A questo punto il libro si capisce. Ma capire è una parola molto ambigua perché si dice che noi capiamo una proposizione, capiamo un’affermazione filosofica, ma capire un libro è tutt’altra cosa dal capire una proposizione, . capire vuol dire… ma qui bisogna introdurre un altro problema; non si finisce mai. Il libro esiste in quanto esistono i lettori, in quanto viene letto, cioè il libro è un accadimento del lettore. Come un accadimento dello scrittore. Accade dentro il lettore che il libro si configuri secondo quel disegno. Se non ci fosse il lettore non succederebbe niente di tutto questo (…): Noi adoperiamo le nostre parole interiori che sono, poniamo, le parole del libro, come nel famoso racconto di Borges. E forse è proprio così che accade. Noi leggendo il libro lo riscriviamo con quelle stesse parole, ma quelle sono le parole che usiamo noi e quindi il libro accade in una maniera diversa da come era accaduto nel momento in cui si coagulava davanti allo scrittore. Ho detto “si coagulava” per evitare qualsiasi idea che sia lo scrittore a fare il manufatto.”

(G. Manganelli in “G. PULCE, Lettura d’autore. Conversazioni di critica e di letteratura con Giorgio manganelli, Pietro Citati e Alberto Arbasino, Roma, Bulzoni, 1988).


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