"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5 ottobre 2003

 

 


Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli

 

 

7. Al posto dell’Autore, un precipizio


“Sotto ogni punto di vista, l’autore è una ipotesi innecessaria, come è stato acutamente affermato di Dio, altro grande anonimo.”

“Nessun libro finisce; i libri non sono lunghi, sono larghi. La pagina, come rivela anche la sua forma, non è che una porta alla sottostante presenza del libro, o piuttosto ad altra porta, che porta ad altra. Finire un libro significa aprire l’ultima porta, affinché non si chiuda più né questa né quelle che abbiamo finora aperte per varcarne la soglia, e tutte quelle che infinitamente si sono aperte, continuano ad aprirsi, si apriranno in un infinito brusio di cardini. Il libro finito è infinito, il libro chiuso è aperto; tutto il libro si raccoglie attorno a noi, tutte le pagine sono una pagina, tutte le porte, visibili e invisibili,  sono un’unica porta, la porta è così spalancata che non solo posso varcarne la soglia, ma la porta è diventata la soglia di se stessa, io penetro la porta, tutte le porte sono penetrabili, non si distinguono le porte aperte dalle chiuse, le porte portano da porta a porta, nulla è chiuso, tutto è chiuso, tutto è aperto, nulla è aperto.”

“Un libro non si legge; vi si precipita: esso sta, in ogni momento, attorno a noi. Quando siamo non già al centro, ma in uno degli infiniti centri del libro, ci accorgiamo che il libro non solo è illimitato, ma è unico. Non esistono altri libri; tutti gli altri libri sono nascosti e rivelati in questo. In ogni libro stanno tutti gli altri libri; in ogni parola tutte le parole; in ogni libro, tutte le parole; in ogni parola, tutti i libri. Dunque questo “libro parallelo” non sta né accanto, né in margine, né in calce; sta “dentro”, come tutti i libri, giacché non v’è libro che non sia “parallelo”.”

(Pinocchio: un libro parallelo).


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